lunedì 12 gennaio 2009

ieri

ieri a un certo punto le pareti mi stringevano intorno.troppo.
[e adesso stanno stringendo di nuovo,ma non è abbastanza buio,per fare quello che ho fatto ieri]

e mi fa paura il silenzio,ma non sopporto il rumore

e in questa stanza il rumore,dentro e fuori di me,stava diventando troppo.e così sono uscita.
"faccio due passi"e già avevo le lacrime agli occhi.
perchè gli eventi mi stanno precipitando addosso,con la forza di una valanga.che la neve è bella e candida..ma quando ti cade addosso,in quantità industriali,fa male.anche lei.
perchè tutto,adesso.
perchè tutto,adesso,che davvero non ce la faccio.

io che perdo la lucidità,ma la ritrovo sempre

tutto adesso,che davvero mi sembra di perderla,senza riuscire a ritrovarla.
nessuno adesso,che davvero mi tenda una mano
immagine di me,che urlo disperatamente,e tutti che restano indifferenti.
[e poi me lo sogno,che urlo,ma non ho voce.e mi sveglio,con le lacrime agli occhi,e la voce che davvero,non esce]
immagine di me,che sono un bristol,enorme.rigido.finitura opaca.che divento una velina,fra le mani di chi mi sta stringendo,ora.
immagine dei calanchi,che mi si aprono,e subito richiudono,intorno.
[e io che resto schiacciata,lì immezzo]
immagini oscene,di violenze.
immagini di me che sanguino.di me che resto immobile,in una vasca da bagno
[che il finale di the doors l'ho sempre trovato poetico.ma il dolore di pam,un po' meno.il vero dolore,è sempre un po' meno,poetico]
immagini.
di terrore.

ed esco quindi,per fare due passi.

non so verso dove sono diretta,probabilmente voglio solo camminare,nelle viuzze buie.o scarsamente illuminate.ma già sotto casa faccio brutti incontri.una ragazza sola,al buio,con le lacrime agli occhi,sa di preda facile.e infatti ridono,e mi seguono,per un po'.io torno sotto la luce,fra la gente,che tanto non se ne accorgono delle lacrime.e qui vorrei davvero avere un hop-hop-gadget.oggi non un braccio-banco per scrivere.ma una cosa molto piu' automatizzata.vorrei che i miei tremilapensierialsecondo si scrivessero da soli.si imprimessero da soli,su una bella pergamena.che vorrei davvero rileggerli,quando staro' meno intrippata dentro me stessa.vorrei davvero capire cosa pensavo a tremilapensierialsecondo,ieri.

e quindi sotto la luce smettono di seguirmi,bene.la paura non è mai abbastanza.o almeno non mi ferma ora.e torno al buio.le viuzze di questa città..cercando un posto dove fermarmi.un posto buio,voglio.un angolo,dove sedermi,con la faccia al muro.un angolo dove sedermi,con la testa fra le ginocchia.i capelli,arruffati,davanti al viso,e la sciarpa,tirata fin sopra il naso.e sono una pallina invisibile.in meno di un attimo,questo angolo di piazza diventa mio.
i ragazzi bevono,le signore portano a spasso i cani,la brava gente esce dalla messa.ma piazza san francesco sembra offrire un angolo di invisibilità per me,che tanto invisibile lo ero già.ma almeno qui,ed ora,mi sembra di essermela voluta io.e fa un po' meno male.

e così i pensieri diventano quattromilaalsecondo,e le lacrime scendono in silenzio,in un silenzio che mi fa paura.
[non ho mai saputo far tanto silenzio]
[non ho mai fatto così poco rumore,fuori,se dentro c'è tanto movimento.tanto rumore]
una scena raccapricciante.mi faccio schifo,messa così.penso che basterebbe tanto poco forse..eppure non accade niente.penso che vorrei avere la capacità di dire basta,e spegnere tutte le spie che lampeggiano freneticamente.penso che vorrei non paragonare i miei pensieri ai movimenti di un colibri'sottotrip[perchè non è un'immagine mia]eppure calza così bene,al momento.e piu' penso all'immagine,e piu' penso a.e piango piu' forte.allora.e penso a cinquemilapensierialsecondo,ormai.e davvero spero che qualche rotella salti.e che la catena si interrompa brusca.che ci sia un guasto da qualche parte.o che meccanicamente salti,una rotella.una di quelle che regge la catena intera.vorrei vederla saltare fuori,e rotolare per questa piazza,che da oggi odiero'.e vorrei restare come si resterebbe dentro ad un trip,stupida.vorrei restare stupida,per un attimo,senza piu' sentire.senza la capacità di sentire,pensare,senza piu' capacità di niente.
perchè forse avrei solo bisogno di spegnermi un attimo.di riposare,senza sperare in un abbraccio.non dormire,perchè allora sogno,e le rotelle ricominciano a girare forte.riposare.spegnermi.
questi attimi sembrano non finire mai.ma forse è che semplicemente non prevedo un ritorno.sono uscita senza prevedere un ritorno.e le gambe,le mani,il lembo di viso scoperto,la schiena sono gelidi,in questa posizione,e anche volendo,sento che ormai non potrei piu' muovermi.
immagine di un guscio,che mi racchiude,forte,immobile,e io di nuovo,dentro che urlo,ma senza voce.che voglio muovermi,ora,ma sono in trappola.
penso a chi conosce le mie paure.a chi sa quanto terrificanti siano.a chi conosce i miei spettri,e a chi li conosce in parte,anche per la sua realtà.
e penso che non è qui,nessuno,neanche col pensiero.
dannazione,spegniti.
salta via.
rotola in questa piazza.
voglio guardarti dal di fuori.per un solo attimo.vorrei vedere quanto schifo riesco a fare dal di fuori.che forse da dentro non me ne accorgo.non abbastanza da capire,perchè va tutto così.
immagine di me,che mi piego su me stessa.una stoffa che si piega e si piega,e si piega,e si piega.si arrotola,sempre di piu',sempre in pezzi piu' piccoli.sotto abili mani.e poi puf.le mani si aprono,e dentro non c'è piu' niente.niente.
forse sono sparita.
invece no.
immagine di me.di ua stoffa che ricompare intera.piu' in là.e la scena ricomincia.come in un ballo infinito.
come dentro a un trip,infinito.

prima di partire per un lungo viaggio

bisognerebbe fare davvero troppe cose,prima di partire per un viaggio,piu' o meno lungo che sia..

poi dodici caratteri,che mi fanno venire un lampo al cuore,per tutte le immagini che ho visto.per come riesco a danneggiare me e chi mi sta intorno,a causa del malessere.per come chi mi sta intorno,comunque,non potrebbe curarlo,quel malessere.
poi sedici caratteri.
poi altri quattordici.
poi un tempo troppo lungo,in cui le lacrime scendevano,ma avevano ricominciato a fare rumore,emettevo suoni,e tiravo su col naso,perchè i fazzoletti sembravano non bastare mai.

poi una voce
poi un abbraccio

una voce un po' arrabbiata,di trovarmi così.
perchè trovare così,una persona a cui vuoi bene,deve fare male.poi un abbraccio,un po' forzato,perchè a trovare così una persona a cui vuoi bene,forse ti verrebbe da tirarle uno schiaffo,piu' che abbracciarla.

eppure,una voce,un abbraccio.solo piu' tardi,uno sguardo

ed è in certi sguardi che si intravede l'infinito

si intravede.ma poi quegli sguardi sono tanto fragili,pure loro.e non bastano.e caricano di altri millemilapensierialsecondo.e poi spariscono quegli sguardi,perchè c'è la vita nel mezzo.e la mia sofferenza,mentre la vita scorre.in modo troppo diverso da come la vorrei.

mi ha raccolta.e non so è un bene.

il primo blog che lessi era quello di ciro,un blog che troppe volte,da quando l'hanno cancellato,ho cercato ancora.per leggere non so nemmeno io cosa.so che quel blog mi sconvolse.mi sconvolse pensare che qualcuno potesse avere voglia di vivere,ma riuscisse a dire qualcosa del tipo"la mia vita non mi piace,e sono troppo pigro per cambiarla.quindi mi uccido."e mi sconvolse che riuscisse ad essere così freddo e lucido da dire e fare certe cose.

così come mi sconvolse leggere quella frase su quel quaderno,quella sera.
e vedere che la rabbia,con cui erano scritte quelle parole..era la stessa con cui scrivevo le mie,quando le scrivevo con carta e penna,o matita.
[che purtroppo nessun carattere grande o piccolo,riuscirà mai a rendere abbastanza]
era la stessa,quella rabbia.eppure quando oltre alla rabbia,la sofferenza è diventata tale da pensare che non ci se la faceva piu',che non è che non si spera piu' nel futuro,ma che il presente è semplicemente insostenibile..pum.e fine.fin.the end.buio.davvero.

e un gesto che,non è servito a niente

pure!gli dicono.che rabbia,per chi resta.e capisce.come me.che rabbia.spaccherei la faccia,a chi cantava così,su quella piazza,quella sera.su quella stessa piazza in cui quante cose aveva condiviso..spaccherei la faccia.rabbia.ma poi sofferenza.che fa piu' paura,della rabbia.
perchè è diverso quello che porta.o puoì portare.
meglio la rabbia.

io sono d'un'altra razza, son bombarolo

io ero,d'un'altra razza.
poi la rabbia,a tratti viene fuori,a tratti no.e la sofferenza si fa piu' acuta,anche della rabbia.e quindi la rabbia,si ripercuote solo su di me.e su una voce,e un abbraccio,e uno sguardo,che nonostante un pezzo d'infinito,non mi hanno impedito di stare così,ora.
e quindi come fare a dire che non erano inutili?come fare a dimostrare che non erano inutili?
non lo erano.
è solo che ora non ci sono.
e il ricordo,non puo' bastare.a far sentire meno questo stomaco che si accartoccia.
immagine di me.e di uno stomaco che sembra una spugna.a buchi larghi.di quelle vecchie spugne,che si allargano all'infinito,pare.assorbono,assorbono.di piu',di piu'.poi le sfiori,ed esce tutto.di un colore piu' brutto di quello del liquido che avevano assorbito.e sembra anche di piu',quello che esce,di quello che avevano assorbito.e ti chiedi come abbia fatto a contenere tutta quella roba,lì dentro.
già.
sta fuoriuscendo ora.e vedo tanta roba.e mi chiedo come abbia fatto a stare tutto lì dentro.tutto insieme.
uh!
e quante cose,che nemmeno esco,perchè stanno così bene lì dentro,che preferiscono restare lì,dove nessuno puo' vederle,e dove solo io posso sentirle.e chi puo' immaginarle,ha smesso di farlo.
e c'è chi riesce a mentire così bene.a simulare.a dissimulare.a incunearsi e cambiare forma,quando serve.a mettersi lì dove gli altri non vedono,per agire indisturbato.per ottenere cio' che vuole,senza intralci.e per zittire poi chi ne ha sofferto,e ne sta soffrendo,basta nascondersi.
{e arriva una telefonata,nel bel mezzo di.ora.proprio.ora.volevosolosaperecomestavi.poi ne arriva un'altra,sembra si siano messi d'accordo volevosolosaperecomestavi.e poi l'altra volta ti ho vista giu',e volevo dirti che noi non abbiamo aspettative su di te.vogliamo solo che tu sia contenta.siamo felici se tu sei felice.e io non lo sono.guarda un po'.e non so come esserlo.e mi sento una merda,pure,guarda un po',perchè nessuno ha aspettative,eppure io ne ho talmente tante,che non riesco a vedere concretizzate..che.oddio,basta}.

e una valanga così,si perde anche in se stessa.non una parola sembra avere senso,forse.eppure tutte ne hanno.a quintali,ne hanno.

si tu nun scinne a ffonne nun o puo' sape'

[l'unica canzone napoletana,che mi fa venire i brividi.sarà che mia martini mi fa venire i brividi.sarà che ha la voce come cobain.sarà che forse certi legami li vedo solo io]

e io a ffonne ci sono scesa,eccome.ma non riesco a risalire.
non riesco con le note,non riesco coi libri,non riesco con le parole,non riesco con me stessa.
è che quello che voglio,quello che vorrei è qualcosa che non c'è.

Sangue in seno voli via lavami curami curami ancora un po' io che non so più dove andrò

mi scoppia la testa,e ho i piedi ghiacciati.volevo ripercorrere le strade di ieri e invece ieri si sta mischiando ad oggi.volevo ripercorrere ieri,mentalmente.e i piedi sono ghiacciati.le ginocchia strette,anche oggi.i piedi uniti.sulla sedia.raggomitolata.come sto meglio.come il dottore mi ha vietato espressamente di stare.la mia schiena non vorrebbe che io stessi così.e stasera mi farà sicuramente sentire perchè non vorrebbe che io stessi così.e io saro' contenta di quel dolore fisico,perchè una volta ho visto una puntata del dottor house[una sola puntata,ed è riuscita a darmi una dritta non indifferente].il cervello registra la ferita piu' grossa,il dolore piu' grosso,ed elimina,temporaneamente le altre.così forse,la schiena,eliminerà il dolore della mia testa,quello del mio stomaco,quello delle mie mani,quello dei miei occhi.che fanno male.un solo grande dolore,provocato,volontariamente,in cambio di tutti gli altri.mi sa di strega del mare,questo scambio.ci dev'essere una controindicazione grossa.sarebbe troppo facile sennò.
e infatti c'è.
un'ernia è per sempre.altro che diamanti.

succhiandomi io non devo ridere cullandomi io non devo esigere

e anche se è tardi per un fiato adolescenziale,fores ono stata intrappolata in quegli anni.
ieri pomeriggio,mentre cazzeggiavo di qua e di là,ho aperto il fatidico cassetto,quello che in teoria dovrebbe essere chiuso a chiave.e dovrebbe essere gettata via la chiave.io sono sempre stata attratta dai diari.in genere,non solo dai miei.e io di miei ne ho un sacco e mezzo.e se avessi anche tutte le lettere che ho spedito in giro alle anime simili che oggi non soo piu' con me,sarebbero due sacchi e mezzo.

Come vuoi sarò l'ombra dei miei guai
fiori in foglie e poi scopi labbra e fiori blu

e forse saro' l'ombra dei miei guai.fatto sta che ho paerto quel cassetto,dove c'è solo una minima parte,delle mie parole buttate su carta.perchè le altre sono a quattrocentochilometridaqui.e insomma.
ho aperto quel cassetto cercando una cosa in particolare,in realtà.non volevo logorarmi su me stessa e sull'ombra di me stessa e dei miei guai.volevo solo cercare un quaderno.quello che scrissi nell'aprile 2005.ma un quaderno,senza copertina,si interrompe il 5,aprile,2005 e l'altro ricomincia il 2 maggio.

mentre accarezzavo l’idea delle coincidenze, raccoglievo segnali
spiegami cosa ho tralasciato
è quell'anello mancante la fonte di ogni incertezza
spiegami cosa mi è sfuggito

quaderno mancante.
piu' che altro.
e pero' poi,mi ci trovavo.e ho rubacchiato un po' di me stessa di qua e dilà.tanto per vedere com'ero.
tanto per ritrovare il manifesto dell'ultima festa seria organizzata perchè ci credevo
"la locomotiva"l'avevamo chiamata la festa..e suonavano i negative trip e i vino gaetano..poi ha piovuto.e abbiamo solo bevuto tanto vino rosso,mangiato tanta porchetta e distribuito tanti preservativi col cuoricino rosso con le corna sopra.un po' litfiba e un po' sesso sicuro.
tanto per ritrovare l'adesivo antibush.che non so ma mi pare fosse uno degli ultimi cortei seri a cui ho partecipato perchè ci credevo davvero.con"l'autonomostè"[lo chiamavo ancora così,nel quaderno..ancora non era successo,cio' che poi è successo..se lo chiamavo così].con M.nel sedile accanto.con A.perchè lei mi aiutava.ci credeva,con me.ed era così belo credere,insieme.a qualcosa.desiderarlo.adoperarsi perchè quel qualcosa si concretizzasse.
orse anche scrivere,anche rileggermi,anche metter su della musica ha un senso piuttosto che un altro.forse mi spinge in una direzione piuttosto che in un'altra.
tanto per ritrovare pezzi.di me.

in quale notte ci perderemo,quale futuro ci raccoglierà

l'ultima occupazione,seria.la prima frase,che colpì la mia attenzione,anche se ancora non sapevo,che De gregori,l'avrei amato così tanto,anni dopo,quella frase mi catturo'.e anche chi la stava scrivendo.e poi aveva un così bel nome.

because i got high

e i risvegli,di quell'occupazione,con la kefiah al collo,i termosifoni spenti,i cannoni sempre accesi,e il custode ancora comunista che ci portava il the,caldo,vicino ai sacchi a peli,freddi.in cui si dormiva coi messicani,bucati.

tu mi spremi e nuda bevi...tu

poi mi stacco dal passato così tanto passato.e torno al passato piu' vicino.per un attimo,col pensiero.lei.
poi rinizio a leggere.sempre ieri,sempre fra i quaderni.
tanto per ritrovare frammenti.
che mi tirino un po' su.residui,che mi tirino un po' piu' giu'.
non so mai dove mi tireranno.se un po' piu' su,o un po' piu' giu'.so solo che non c'era il dannato quaderno che cercavo.un buco di un mese.il mese che mi interessava.il mese che cercavo.quello in cui devo aver scritto un intero quaderno.quando ancora la tendinite mi lasciava scrivere a matita.
dov'è??????

Come sai puoi vincere
come sai qui sto male

amo i diari.pieni di persone.pieni della persona che li scrive.pieni di segni,che da soli,per come sono segnati,dicono tanto.dicono tutto quello che qui,scrivendo così,non si puo' dire,in nessun modo.

Fuori piove e poi il culo è vergine

devo leggere i diari di silvia plath.mi è tornato in mente ieri.voglio leggerli da una vita.appena esco,compro quel libro.e inizio a leggerlo.
come l'altro giorno che in treno,per leggere due di due.l'ho preso e l'ho letto quasi tutto d'un fiato.da dove mi ero fermata tanto tempo fa,alla quasi fine.quasi fine,perchè avevo bisogno,di tenere da parte qualcosa di bello,a cui aggrapparmi.qualcosa di sicuro.e quindi niente,nn so ancora come finisce.ma tanto non sarà il finale a dare o togliere niente a quel libro,e a quella storia.guido è guido.mario è mario.e andrea.è andrea.de carlo.
e misia è misia.
anche se non c'entra molto con due di due.ma c'entra sempre.

prima o poi mi sparerai alle spalle,A.credi in cio' che fai.senza lacrime mi distruggerai

quante A.nella mia vita.sembra impossibile.

lunedì è il giorno delle streghe

[e come fanno certe persone a sfruttare ogni situazione,anche quelle davvero bruttissime,per i propri cazzo di comodi?e come fanno gli altri a non accorgersene.è la domanda.ma in fondo berlusconi è presidente del consiglio.e non è la prima volta.quindi.non dovrei stupirmi.
posso perdere,vincerai tu]


forse è per quello che sto così.ma forse no,visto che ieri era domenica,e già ci stavo così.
potrei mettermi su un treno,ora.in genere mi sbloccava.in bene o in male,ma mi sbloccavano,i treni.forse dovrei riprovare.mettermi su un treno,quello dell'ultimo binario.indipendentemente da dove vada.potrei farlo,se avessi voglia di vestirmi oggi.
invece questa stanza è calda,e si puo' stare così,come mamma ci ha fatti senza morire congelati.
trane mani e piedi e naso.quelli mi servono gelati,per ricordarmi che non è sano,stare così,come mamma mi ha fatta,a scrivere,ore,tutta rannicchiata,in una stanza,con le pareti troppo strette,ora.

la stessa stanza con gli specchi ovunque
e la stessa stanza che

No matter what we say, no matter what we think
We will never, we'll never leave this room

Eppure ora la lascerei questa stanza,di corsa.
ma per andare dove,di corsa?
ormai vado in su e in giu'.senza trovare la mia mèta.
immagine di me.un colibrì sotto trip,che sbatte ovunque.si muove esattamente come farebbe quel cazzo di colibrì sotto trip,e sbatte ripetutamente la testa ovunque.in queste quattro mura.e se esce,trova da sbattere anche all'aperto.
non ce la fa davvero piu' il colibrì.

lei non è qua,ma parla con me..
c'è un mostro tra noi
e non molla mai
controlla ogni cosa..
lei non c'è mai,ma dorme con me
c'è un demone,conversa con me..

vorrebbe solo riposare.non dormire,e sognare,con le rotelle che girano veloci,ma spegnersi e riposare.il colibrì.

percio' io maledico il modo in cui sono fatto,il mio modo di morire sano e salvo,dove m'attacco..il mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia quello che non c'è

restare:perchè?
per che cosa e per chi?
e un cosa e un chi possono bastare?

17 commenti:

.m. ha detto...

maledettamente mi ci ritrovo, far le tue righe.
a tratti in affinità.
a tratti in divergenza.
ma mi ci ritrovo.

e poi mia martini!!!!
allora non sono l'unica a sentirla così forte!
e amo le sue interpretazioni insieme a murolo...

ma quand'è che si cena insieme io e te?
così si chiacchiera calme e si sta serene e si ride, perché io riesco a far ridere pure i sassi freddi:
peculiarità da cartone animato che mi porto appresso da qualche anno a questa parte.

io sono a bologna, fai un fischio quando ti va.
io rispondo con un urlino ché a fischiare non ho ancora imparato.
ma ci sto lavorando.
ci sto lavorando.

un abbraccio

- tata - ha detto...

quando basta poco. quando non sai quanto basta.
quando vorresti sparire ma non è mai abbastanza buio. quando è così buio che nemmeno se urlassi fino a strapparti le corde vocali riusciresti a farti vederesentire.

un abbraccio che vuole essere davvero un abbraccio*

.m. ha detto...

bene, allora seguirò l'incenso, giusto che sto per accendere l'ultima bacchetta di sandalo, dovrò andare a comprarlo poi.
^_^

allora aspetto delucidazioni tramite mail, ok?
bacino*

soleliquido ha detto...

fa male.cazzo quanto male fa. le orecchie mi stanno lasciando. ho 23 anni e non ci sento dall'orecchio destro, da stamattina.
è una delle mie paure più grandi che si avvera. gli incubi da svegli esistono eccome. e ti fanno calare l'udito progressivamente. e sentire ogni singolo battito del cuore, ma in testa, nelle orecchie. spero sia un dannato tappo, altrimenti anche io posso farla finita, istantaneamente, subito, velocemente. senza nemmeno sentire i rumori fuori, perché ormai non servono.
e fa male tanto quanto leggere tutto quanto del tuo.
non riesco ad essere attento a nulla, sarà il primo giorno di lavoro, sarà l'orecchio destro, sarà il tuo post. metti insieme le cose, oggi sto di merda completamente.

TulipanoDanzante ha detto...

delle volte il buio fa bene e ci fa stare bene

Lorenzo ha detto...

la vita non merita di essere vissuta. la vita stava per vincere.
mi sono ridotto in un letto incapace di muovere un muscolo per scendere. per togliermi il pigiama e vestirmi ci mettevo almeno mezz'ora piangendo lacrime di dolore e di rabbia. la mia mente si era stancata di me e ordinava al mio corpo di non muoversi più, per evitare di dover affrontare un'altra giornata di merda. finalmente avevo toccato il fondo e da quel momento ho deciso di non dargliela vinta alla vita.
perchè noi e la nostra vita non siamo assolutamente la stessa cosa.
ora sto meglio di come stavo prima di stare male. non sono mai stato così bene, ma quando leggo le cose che anch'io provavo sulla mia pelle, l'ultima cosa che voglio fare è incoraggiare, perchè ricordo benissimo come avrei voluto bruciare vivi quelli che lo facevano con me. quindi ribadisco:
la vita non merita di essere vissuta. se non vuoi dargliela vinta, incoraggiati da sola. solo tu hai il diritto di farlo.

taxi driver ha detto...

se vuoi il mio taxi giallo è a tua disposizione .....

Irene ha detto...

adesso si che ho i brividi.
perchè è un paio di giorni che ti penso tantissimo, penso a dove sei, tiho scritto ma mi han detto che eri fuori, non c'eri.
ed ho pensato se eri per strada a cercare qualcosa che ti salvasse in quel momento.
ed io che non ero più venuta qui perchè sapevo di spaventarmi.
e ti leggo,e ti leggoe trova mia martini, diocristo, lei!, lei che sto ascoltando da giorni, a ripetizione, lei che mi fa sorridere, lei che mi fa sentire cose che altri non possono far sentire.
e quei tremilapensieri li ho anch'io. e non so da dove provengano.

Ma|Be ha detto...

... i treni...
forse devi metterti su un treno, sì.
partire con già mille miliardi di pretesti per tornare.
ma partire. no?
parti e viaggia.
un viaggio serve.
purifica.
fa crescere.
libera.

ti leggo, dal profondo del cuore.

tizi ha detto...

Misia c'entra sempre, e rinasce sempre in qualche modo. Ti abbraccio forte,
A.

Squilibrato ha detto...

Caz...spita!!
Mi ci ritrovo pure io... è scattata una certa autoanalisi. Il cervello inizia a prudermi.

A volte un cosa e un chi non bastano, ci vorrebbero molti cosa e molti chi. O forse no, dipende dal cosa e dal chi. Che poi basterebbero comunque?

Sono viziato.

soleliquido ha detto...

grazie grazie grazie.
per avermi rinsavito e ricordato quanto sia più facile da gestire un simpatico pene rispetto ad una simpatica vagina.

e comunque1: a parte che la donnina accanto a me al mattino non c'è :) al max mia mamma che mi sveglia :(
e comunque2: ho presente le tette (ogni donna credo dovrebbe averne 2, confermi?ahah), ma quelle le hai ogni mattina, è che l'erezione mattutina è sorprendente, nel senso che prende di sorpresa, ogni volta! :)

e, cito me stesso, "tipo che ad essere donne a volte è più facile far tutto.altre meno."
eheheh. e sottolineo altre meno, e infatti ti do ragione per gli esempi che hai portato tu ;).

in effetti hai proprio ragione cazzarola, ilpisellino ne sa qualcosa in fatto di comodità nell'uso, direzionabilità, usura difficile, dimensione diversa per usi diversi e a volte anche la famosa logistica può essere utile.
fiigo, foorte.

al freddo però, altro che taaac!, a volte "la cosa" è ridicola.massì, chissene.

ahah che discorso stupido.
hai fatto sorridere anche me.e mi fa piacere che anche tu l'abbia fatto.

il mio orecchio sta meglio nel senso che non fa così male, ma ancora non ci sento un cazz a destra e continua sto fruscìo bastardo.
però mi sto curando. spero passi presto.
e deve passare presto.
molto presto.
altrimenti vanno a puttane troppe cose. troppe.

mi fa piacere ti piacciano le due mani, a parte che in pochi capiscono che sono 2 mani...
quella era una bozza di copertina dell'ultimo nostro disco, ci sto lavorando da giorni ormai su fotosciòp. per ora scartata. ma a me piaceva talmente che l'ho voluta mettere qui.

ste

mIsi@Mistriani ha detto...

@ tulipano
e delle volte no.
ma la luce non si riaccende proprio

In collera ho un grido, quanto è inutile
Perdo energie e non so perché
La spinta mi slancia, tutto è comodo
Diglielo a dio, se sai che c’è
Conoscono un posto e lì io mi guarirò
Scompariranno i tempi bui
Non vincerò più, il mondo è domino
Diglielo a dio, se sai che c’è
Il buio è qui, il buio è qui
Non vedremo mai, non vedremo mai
Impazzirò in un attimo
Un volo nel pus, un volo nel pus
Non berremo mai, non berremo mai
Impazzirò
Lo merito, lo merito, lo merito, lo merito

[?]


@ alraune
il lieto fine.
marco e livio,che si guardano e alla fine non rinunciano a lei.
forse è questo che mi fa sperare di somigliare a misi@.
forse il finale è l'unica cosa che NON HO,di misi@.

mIsi@Mistriani ha detto...

@ irene
sì.non c'ero.ero fuori.
[di me]
per strada.come una randagia
[in cerca d'amore]
e di salvezza.

raccolta,da una ricerca tanto improduttiva,che mi teneva inchiodata a terra
[come una randagia]

.che schifo.
[non puoi capire che schifo]

vorrei non riuscire a spingermi così oltre.

mIsi@Mistriani ha detto...

@taxidriver
non saprei dove andare,col taxi giallo,purtroppo.
[non saprei dove andare in ogni caso.
vago svanendo,per ora]

tizi ha detto...

Ma il finale vero non si sa quale sia, forse non esiste nemmeno. E più importante di tutto, non è tanto il non rinunciare a lei da parte di marco e livio ma il non rinunciare di misia stessa, a se stessa. la sua ricerca eterna. e quella non credo tu debba invidiarla a nessuno. discorso contorto, spero se ne capisca il senso.

mIsi@Mistriani ha detto...

sì,ne capisco il senso.
ed è vero.
è esattamente così.

devo solo aspettare,cercando di stare tranquilla.che la forza mi tornerà.

continuero' a cercarmi,e cercare.
e forse qualcuno,lo farà nel mio stesso momento,venendo nella mia direzione.

grazie
[le tue parole sono state come una piccola candela,accesa all'improvviso..]
grazie