martedì 8 settembre 2009

sulle rotaie[tresettembreduemilanove]

Chissà com’è.

[capita di non farcela]_qui capita un po’ troppo spesso.

Che sono sempre piu’ spesso coltello e ferita.

Chissà com’è.

Ci si ama,e non ci si parla.

Ci si ama

[?]

Non si parla.

Non CI si parla.

Non MI si parla.

E io sono DIVERSA.

[lo sai.solo se sei come me]_è come me

[?]

quando tornerai io saro’ già via

[?]

Tentero’ di restare viva.senza imparare a barare. che non voglio sembrare piu’ vera, diventando un corpo fatto di due miserie, parafrasandoLO, sempre.

Che mi sento circondata di queste miserie.

E io ho SOLO SANGUE,DENTRO.

[giuda]

Vivere per non farsi del male

Come si aiuta una persona così?

Come CI si aiuta,se si è così?

Come faccio ad aiutarmi?

[solo sangue dentro.solo sangue dentro]

E’di un’altra generazione,lui.e non li ascolta gli after.

Non ci piange sopra,a queste parole fatte di amare verità,e consapevolezze che beato chi non ce le ha.Non piange quando legge un libro di DeCarlo. Sa chi sono gli after perché li ha visti a Sanremo.E DeCarlo perché ci sono le mie pagine in giro per quella che era la mia casa.

Pero’ p i a n g e.

Lontano dalla portata di altri occhi,indiscreti.

E anche i miei rientrano nella categoria occhi indiscreti,per lui.

Ma i miei sono I D E N T I C I ai suoi.formatagliocolore.PROFONDITA’. celano quel vuoto pieno,che guardarlo da fuori mi fa paura,perché ci vedo il mio,e mi chiedo se c’è qualcuno che da fuori vede me come io vedo lui.fin dentro quelle crepe.

[vorrei che qualcuno ne fosse capace_e che diversamente da me fosse in grado di comunicarmi cosa vede]

E vedere gli occhi suoi,gonfi,fa piu’ male[MI fa piu’ male] di qualsiasi altro paio d’occhi gonfi

Perché uno così,dopo una vita così,non dovrebbe trovarsi ad aver voglia di piangere.E se io sono una causa,o una concausa,vederli gonfi,quegli occhi fa ancora piu’ male.

Perché avevo tre anni,e già facevo con lui i primi discorsi seri,io.

E forse i miei geni dello scontento me li ha passati lui,ma anche questo collegare cose,su un altro piano,su altri piani,mi deriva da lui.E questa è l’essenza di me che sempre cerchero’ negli altri,che spero di poter ancora trovare in qualcun altro,dopo di lui.

Perchè non cerco un po’ di me,nelle persone.

Cerco un po’ di lui.

Perché lui è sempre stato il MIGLIORE.

In ASSOLUTO.

L’ho sempre pensato[chissà se {glie}l’ho mai detto]_forse no.

Perché so quanta rabbia fa sentirsi dire di essere i migliori,e pero’ stare male.

Che tu ti chiedi:se è vero,PERCHE’?

E poi spesso lo pensi anche.di essere uno dei milgiori.o almeno diversi[che quando per te i diversi non sono un granchè,è già qualcosa non sentirsi come loro,a livello di stima personale,dico]ma non serve.e non riesci a mettere via l’aspetto pratico delle cose,tu[e nemmeno io].che sei nato un po’ filosofo,ma senza bisogno di studiare i filosofi.chi dice questo e chi dice quello,perché tu quello che i grandi hanno detto e pensato lo sai già,perché lo pensi anche tu.

BUON SENSO,lo hai sempre chiamato.

Mi hai insegnato che con quello si vive,bene.e che se tutti lo usassero,si starebbe,meglio.

Che la LIBERTA’ è un concetto di cui parlavamo quando a mala pena sapevo scriverla questa maledetta parola.e fin da allora sapevo che DOVE INIZIA LA TUA FINISCE LA MIA.

Perché non abbiamo avuto tutti un uomo come te,a crescerci?E perché a volte nonostante lo si abbia,si cresce diversamente?

E soprattutto:perché alla fine un uomo che vive insegnando vivendo e praticando questo,deve stare così?[si ritrova così?]

E’ tutto molto s c o r a g g i a n t e ,x chi come te[e come me]non riesce a mettere da parte l’aspetto pratico delle cose.

A CHE SERVE?

T u t t o .

A che serve??

T u t t i .

A cosa??

L’anello mancante.logora.quando manca sempre.che un anello non conta molto.ma quello mancante logora.perchè è come guardarsi sempre un dito,lo stesso dito, sapendo che lì dovrebbe esserci qualcosa che non c’è.

E ‘la m a n c a n z a alla fine,che logora.

Dell’anello[mancante].come di qualsiasi altra cosa.

Di cio’ che cerchi,e sembra non esserci.E di cio’ che hai conosciuto e poi non hai piu’ trovato.

La mancanza, uccide. lentamente,dentro.Quando mentalmente arrivi a concettualizzare la presenza. di una persona, una cosa, una verità, una via d’uscita, una vita.E poi pero’ tutto questo resta mancanza, di cio’ che hai trovato solo nella mente. E ti uccide.

E allora a che serve?

[E non è dolce essere UNICI?_ma se hai un proiettile ti LIBERO..]

Averti vicino e sentire che già manchi.

Perché non ci sei piu’ per me,come c’eri prima.

[conseguenza??_del mio non esserci piu’ per te da tempo,come c’ero prima?]

Pero’ lo sai.So che sai.O almeno credo.

Ma vedo anche che ti ritrai.e fa male vederlo,sentirlo.che ti ritrai.

Che mi allontano sempre col m a g o n e ,quando chiudo a valigia.e gli occhi si gonfiano appena scesa dalla macchina.e quei binari non mi hanno mai vista partire senza una lacrima,per te.e mi sento in colpa.e inutile.

Ed è sempre peggio,con te.

TU,stai sempre peggio.

Ma anche io.e non riesco.a fare niente[né per me né per te]

E anche quando ci penso,quando ne scrivo,anche se sono in autobus,nel supermercato,in treno[come ora]mi si gonfiano gli occhi,di lacrime.e non posso trattenermi.

Perché non capisco.

Non accetto.

Non metabolizzo.

Esattamente come tutto il resto.

Il resto delle cose che non accettometabolizzocapisco.e che mi logorano.e che fanno scuotere[facevano scuotere,visto che ormai evito l’imbarazzo]la testa di psicologo e/o psicologa della situazione.

Ho sempre considerato inutile, stupido, senza senso. vigliacco, perfino[verso se stessi]cercare un modo per stare bene.

Che stare bene non è un modo,che va cercato,e perseguito.

Se devo stare bene,ci sto.

Io quando sto bene ci sto davvero,e mica perché mi impegno a starci.

La fuga non mi è mai piaciuta [paradossale che non abbia una vita che non sia una fuga continua da ormai seilunghiannisei] _neanche se si tratta di rifuggire il proprio malessere.

Rifiuterei me stessa.

Parti di me,consistenti.

[e credo che per te sia esattamente così]

Non ci si puo’ rifiutare.

E la domanda sorge spontanea.

Perché si dovrebbe rifiutarsi,se si è MIGLIORI?

Chissà com’è.

Ma come faccio io a darTI/MI segnali positivi se non ci riesco con la vita?e se so benissimo che io stessa finisco per odiare chi mi da segnali,mi dice cose,e poi non riesce a concretizzarle?

[a che servono?]

A che serve un ti voglio bene.se poi arriva altro?A che serve amarsi,se poi non riesce a farsi del bene?A che serve sentirsi migliori,se poi si è perdenti,perfino con se stessi?

Non posso né voglio diventare per te una di quelle persone che ti tirano su,per un attimo.Che ti aiutano a dare uno strattone alla tua autostima e poi pero’ non si curano di te[perché so quanto sia inutile,e quanto peggiori,alla fine dei conti lo stato delle cose.la considerazione che hai del mondo]

Ma allora cosa?

Come?

Troppa,decisamente troppa,carne da mettere al fuoco.e non sono ancora diventata una brava fuochista.

Gli arrosticini sulla brace vengono ancora decisamente meglio a te.e quando chiedo”come sono?” per un attimo sorridi.ma poi smetti. e io so cosa pensi. Sentirsi bravi,in qualcosa è importante,ma lo è altrettanto sapere di poter contare su qualcuno con le tue stesse capacità, se ne hai bisogno.E ovviamente non si sta parlando di una vita fatta di arrosticini.

[dà sicurezze.

dà serenità.

dà tranquillità]

Tu,ne dai.da sempre.a chi ti sta vicino.

Sarebbe bello che tu ti sentissi almeno una volta come io stessa mi sentivo stando al tuo fianco,me ne rendo conto.

[E infondo è quello che ancora manca anche a me]

La sicurezza dei gesti.La certezza che le scelte prese dall'altro siano sempre le migliori.e che se non dovessero esserlo,troverà sempre il modo milgiore per sistemare le cose.

TU DAI Q U E S T O.tutto questo.

Vorrei che avessi anche tu qualcuno in grado di darti questo.

[che a volte,diventa necessario]



COME V O R R E I.

Perché tutto questo volere non diventa energia?

6 commenti:

marian. ha detto...

quello che liberamente scrivi ha decisamente a che fare con il concetto di libertà: trasmetti una tale 'fedeltà' a questa parola (libertà) che anche chi legge (come me) ne resta completamente investito. e forse sbaglio a voler cercare degli agganci, dei riferimenti che mi permettano di identificare fatti e circostanze di ciò che scrivi. perchè il difetto (della maggior parte dei cervelli) è quello di voler trovare riferimenti spazio temporali per avere la certezza di aver compreso.
invece a volte è solo pensare sui pensieri.
in ogni caso i riferimenti li ho cercati nelle mie circostanze, prendendo in prestito i tuoi pensieri. ne ho trovati. sono ancora lì e qui, nelle mie origini.

mIsi@Mistriani ha detto...

il tuo difetto ci accomuna.è anche il mio.peggiore,forse.
voler capire.
cercare appigli,riferimenti,circostanze.
e per capire la fonte della prima persona,e per riconoscerci dentro un po' di me.e per sentirmi accomunata con una fonte che mi trasmette sensazioni positive.

una serie di passaggi che dalle sensazioni spostano l'attenzione alle menti,e poi di nuovo ai cuori.

da una parte attrae,dall'altra spaventa.che qualcosa possa avere interpretazioni infinite.che possa avere senso anche del tutto al di fuori del senso che aveva in origine.

ma come dici tu:a volte è solo pensare sui pensieri[a volte sui pensieri degli altri.che poi spesso sono anche i nostri]

è bello sfogarsi.scovarsi.confrontarsi.
trovarsi simili e diversi.
_grazie_da emigrante a emigrante

l ha detto...

quante grandi citazioni "afterhoursiane" in questo post.. :)

comunque, stare accanto a una persona è difficile. pensare di essere causa del suo dispiacere è, se la ami, straziante.
spero possano andare meglio le cose.

SospesaNelViola ha detto...

SIAMO VIVI PER USARCI...USA L'AMORE SU DI TE MUORE,USA IL SAPORE SU DI TE MUORE,USAMI AMORE.

e se tutto questo è straziante, alla fine è maledettamente vero. tutto quello che scrivi mi ricorda questa canzone, questa amara constatazione che (forse) non siamo capaci di amare e lasciarci amare. allora usiamoci, e diciamolo anche. perchè così lo stato delle cose è molto più semplice da capire.

.m. ha detto...

maledetta l'acqua in tasca che m'impazzisce l'unica possibilità che ho di provarci ad essere presenza.
ed ora di rapida uso questa chiavetta per accedere ad internet e scriverti.
che noi sappiamo scriverci.

fatichiamo a viverci, ma sappiamo scriverci.

a domani sono sei anni che lui se n'è andato e in certi momenti vorrei smettere il dolore.
(ma è una delle poche cose che mi fa sentire viva. di certo non libera!)

ma dimmi, gli faresti mai leggere queste tue righe forti e trascinanti che mi hanno fatto piangere direttamente dal plesso solare?
gliele faresti leggere?

questa notte, mi fa paura.
come si fa a non lasciarsi divorare da certi sensi di colpa grandi come palazzi?

FRA Gioia[e]Rivoluzione ha detto...

giaà, non serve fuggire, e tu con le tua parole l'ho dimostrato, brava.