la contessa abbaiava nelle sue calze fine nere,le reti sparse qua e là,e i pizzi rossi.la rosa nei capelli,e uno scappellotto di tanto in tanto agli uomini.ai ragazzi,che probabilmente non saranno uomini mai.
[lei li conosce,quelli che non saranno uomini mai.lei li ri-conosce,dopo tanta esperienza.lei è lei,forse,proprio a causa loro]
non picchia mai le donne,lei.
ma abbaia,ulula,lei.la contessa con la rosa rossa fra i capelli unti,e il trucco nero sbavato che sa di troppo alcool e solitudine.
non picchia mai le donne,lei.
ma abbaia,ulula,lei.la contessa con la rosa rossa fra i capelli unti,e il trucco nero sbavato che sa di troppo alcool e solitudine.
piccoli show di degrado urbano.
il pescivendolo un po' picchiato si rivela piu' pazzo del previsto.
ma siamo tutti un po' pazzi,in fondo.e la sua pazzia altro non è che sensibilità.
somiglia tanto alla mia pazzia,la sua sensibilità.e viceversa.
gli parlo,fra un biascico e un altro.si appiccica alla mia faccia.e sa di alcool,anche lui.
non avrebbe rubato la chitarra al chitarrista,sennò.e non si sarebbe esibito in una performance del genere,in un locale del genere,fra finti freak del genere,lui.
e invece ha cantato e suonato alla chitarra[il pianista]quella canzone dei radiohead,sbagliando qualche accordo e qualche nota.e introducendola,di fronte al buttafuori incazzato e mbriaco piu' di lui,come "la canzone per chi avesse ancora un po' di cuore in petto"..
io ho acceso l'accendino,e ho fatto la seconda voce[la conoscevo bene] ma gli altri ridevano.molti degli altri sono andati via.
lui gli ha fatto a voce le distorsioni dei pedali.il mio lui.
dunque??eravamo solo in tre dentro quel locale così carino con le pareti colorate che fa "calore del sud" ad avere un cuore??
forse sì.
e poi la chitarra è tornata dal proprietario e lui è uscito fuori,perchè pesava a occhio e croce un quinto di quello che pesava il buttafuori piu' mbriaco di lui,e si è messo a fumare.
e io anche.
e mi ha detto che i sentimenti sono finiti.che non c'è piu' niente che valga la pena.
ma siamo tutti un po' pazzi,in fondo.e la sua pazzia altro non è che sensibilità.
somiglia tanto alla mia pazzia,la sua sensibilità.e viceversa.
gli parlo,fra un biascico e un altro.si appiccica alla mia faccia.e sa di alcool,anche lui.
non avrebbe rubato la chitarra al chitarrista,sennò.e non si sarebbe esibito in una performance del genere,in un locale del genere,fra finti freak del genere,lui.
e invece ha cantato e suonato alla chitarra[il pianista]quella canzone dei radiohead,sbagliando qualche accordo e qualche nota.e introducendola,di fronte al buttafuori incazzato e mbriaco piu' di lui,come "la canzone per chi avesse ancora un po' di cuore in petto"..
io ho acceso l'accendino,e ho fatto la seconda voce[la conoscevo bene] ma gli altri ridevano.molti degli altri sono andati via.
lui gli ha fatto a voce le distorsioni dei pedali.il mio lui.
dunque??eravamo solo in tre dentro quel locale così carino con le pareti colorate che fa "calore del sud" ad avere un cuore??
forse sì.
e poi la chitarra è tornata dal proprietario e lui è uscito fuori,perchè pesava a occhio e croce un quinto di quello che pesava il buttafuori piu' mbriaco di lui,e si è messo a fumare.
e io anche.
e mi ha detto che i sentimenti sono finiti.che non c'è piu' niente che valga la pena.
piccolo show di degrado sentimentale
ed era palesemente sbronzo.io solo bevutella,invece.
ma ero daccordo con lui,in ogni caso.
sapevo che aveva ragione,comunque.
[almeno in parte]
invece gli ho detto che non tutto è finito.
gli ho detto che quasi tutto è finito,ma non tutto.
ha cercato di parlare con i ragazzi stranieri,che ridevano di lui.
e in quel mentre gli sono cadute le striscette per il suo diabete.e io pensavo che fossero trip.
stupida me.
e lui mi ha scambiata per un'infermiera.
il responso del terzo dispositivo era secondo la mia ignoranza negativo.nel senso di cattivo risultato.nel senso di grave,come cosa.
lui ha ribadito la sua convinzione che io fossi un'infermiera.
nella mia ignoranza,mi sa che ne sapevo abbastanza.di dispositivi e striscette e numeri sul display.
ma ero daccordo con lui,in ogni caso.
sapevo che aveva ragione,comunque.
[almeno in parte]
invece gli ho detto che non tutto è finito.
gli ho detto che quasi tutto è finito,ma non tutto.
ha cercato di parlare con i ragazzi stranieri,che ridevano di lui.
e in quel mentre gli sono cadute le striscette per il suo diabete.e io pensavo che fossero trip.
stupida me.
e lui mi ha scambiata per un'infermiera.
il responso del terzo dispositivo era secondo la mia ignoranza negativo.nel senso di cattivo risultato.nel senso di grave,come cosa.
lui ha ribadito la sua convinzione che io fossi un'infermiera.
nella mia ignoranza,mi sa che ne sapevo abbastanza.di dispositivi e striscette e numeri sul display.
a me con queste persone piacerebbe parlare,senza bisogno di essere ubriachi.a me piacerebbe che per avvicinarsi a qualcuno non ci fosse bisogno di abbattere queste merdose barriere che abbiamo.a me piacerebbe che piu' persone fossero così:
un po' sensibili e un po' pazze.
che allora forse quelle poche che siamo,non finiremmo come finiamo.
un po' sensibili e un po' pazze.
che allora forse quelle poche che siamo,non finiremmo come finiamo.
2 commenti:
E sbornze!
morale della fiaba?
viva le persone che si ubriacano! :D
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