sabato 13 novembre 2010

enfant terrible


eppure.
come quella volta che ho pensato che sarebbe stato meglio non essere mai esistita nella sua vita,se una mucca[per quanto simpatica]era riuscita a conquistarsi un posto nella rappresentazione della sua vita prima di me.

così adesso.
così un cazzo di mese fa.
quando me la sono fatta passare.per l'ennesima volta.perchè sì.perchè forse sono io,che ho pretese assurde.
[pretese assurde un cazzo.qui siamo all'abbiccì.alle basi.alle fondamenta.possiamo essere bravi a dipingere le pareti.è arte.è importante.dannatamente importante.ma senza le fondamenta quelle crollano,poi.anche se erano belle davvero.]

frames.
solo frames.

non contano.non contano.non contano.
[me lo ripeto a voce alta.autoconvinciti.dai.]

e invece contano,per me,se questo è il risultato.

le azioni traducono quello che è.
non le parole.
evidentemente.

e allora devo far sì che le parole non abbiano più alcun impatto su di me,se non corrispondono ai gesti.e alle scelte.
perchè se restano orfane di quelle,io resto mutilata di quelle parole.e del loro spaventoso eco.

e organizzo un viaggio,adesso.a un giorno prima.che sono cambiati i presupposti.e lo spirito.e devo riuscire in ventiquattrore a cambiare anche la mia predisposizione a star bene,dunque.

ieri mattina,tardi,una sopresa inattesa.una dedica commuovente.quattro occhi venati di rosso,che trattenevano a fatica le rispettive lacrime,parlavano di come si possa decidere e controllare nel migliore dei casi ciò che c'è dentro,ma non fuori.e di come se ci si rimette a ciò che c'è fuori si perde il controllo anche di ciò che c'è dentro.
provava a convincermi che devo cambiare.non perchè sia sbagliata.ma perchè così soffrirò.ancora.
provava a dimostrarmi che mi vuole bene.
e che dopo tanti anni comunque ci si vuole bene.anche nella lontananza.anche nell'ignoranza della maggior parte della vita dell'altro.ci sono legami che restano.
ma per restare devono essersi instaurati.
deve esserci il bene quello vero.che è innanzitutto interessamento,all'altro.non secondo i propri parametri.ma secondo quelli di colui che amiamo.avvicinamento in base a ciò di cui l'altro ha bisogno.
perchè non si senta mutilato.
perchè non senta un vuoto,un buco.in corrispondenza di un nome che dovrebbe equivalere ad una mano tesa.
ed ecco che la vita mi ha offerto un esempio.che la teoria sembra poco convincente,ma la pratica conferma che se si fa come me,si perde.
se la mia felicità comprende qualcuno che non sono io,è inevitabile che perderò.
e questo dovrebbe convincermi a fare cosa?
a cambiare?
non penso proprio.
preferisco mantenere la capacità di fondermi totalmente.che acquisire quella di delineare bene i confini.


e però intanto continuo a pensare a quei frames.e a guardarli.

solo frames.non contano.non contano.non contano.

come me.
non contano.
[non abbastanza,evidentemente]

e i conti non mi tornano.
e torno a riversare parole nere su fogli bianchi.miei e solo miei.
invece che parole bianche su pagine nere.che alla fine sono di tutti.
che alla fine usano tutti.

maledettoilgiorno.

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