venerdì 3 aprile 2009

Respiro,e scrivo

ho letto di un lui che non è piu' un lui.un lui come qualsiasi altro lui per me,che non lo conoscevo.e sono rimasta un po' immobile a fissare lo schermo.io non lo conosco,ma mi viene lo stesso da piangere.perchè alla fine è vero,la maggior parte delle volte si piange per se stessi,per le proprie vite e per le proprie paure.io la maggior parte delle volte piango per la mia vita e le mie paure.per la morte.e ormai,ho un pessimo rapporto con la morte.c'è chi la vede come una cosa naturale,un pezzo della vita.e se la vive serenamente,come dovrebbe essere,almeno finchè non arriva.io no.io ho un pessimo rapporto anche solo con l'idea,della morte.
poi a volte nel mezzo dei pensieri sulla vita la morte e le mie paure,subentrano i ricordi.e i ricordi mancati.e sembrano così ben contestualizzati fra i miei pensieri e lacrime sulla vita la morte e le paure,che restano,a farmi compagnia.e la maggior parte delle volte è una compagnia subdola,sembra piacevole,sembra accudirmi,e consolarmi.e invece si tratta di una compagnia che devasta,lavora sotterranea,per rendermi inerme,anche di fronte a me stessa.una compagnia che in realtà non c'è

[e si fermavano i tram per deridermi]
[siamo egocentrici come i gatti scappati dai condomini]

e allora comincio a rattristarmi e piangere,e crogiolarmi nei pensieri piu' specifici.e sento la mancanza fino in fondo.sento le presenze che mancano,una per una.nelle loro diversità.e ogni mancanza comporta una serie di pensieri paure e lacrime che coinvolgono la mia vita,e la vita o la non piu' vita di qualcun altro

[siamol'esercitodelsertsiamol'esercitodelsertsiamol'esercitodelsertsiamol'esercitodelsert]

complici la musica,i libri e i film,riaffondo in questo stato che mi avvicina camuffato in una serie di pensieri arruffati,e quando mi sento abbastanza immischiata e spettinata mi assale.morde,e non lascia la presa.poi sembra cullarmi,e dirmi che posso restarci,in questo stato,perchè non è venuto lui a cercare me,ma sono io,che ho cercato lui.sono io che ho cercato i giusti stimoli per arrivare a quei pensieri arruffati,e che ho poi morso.che assalgo,e non lascio la presa.e poi cullo me stessa,come se fossi l'unico essere capace di comprendermi e tenermi.
[è una questione di qualità.o una formalità.non ricordo piu' bene]

sono quasi sei mesi di assenza da questo mondo per qualcuno,che c'era e non c'è piu'.ma forse non c'era piu' già da un po'.e pero' egoisticamente si poteva andarle vicino,accarezzarla,chiederle di parlare,solo un po',anche confusamente,qualcosa avrebbe detto.e nel cuore una stretta mi avrebbe confermato che sì,c'era ancora,a modo suo.e poteva bastare,e poteva servire.a me.a noi,che andavamo vicino per accertarci che ci fosse ancora.che avevamo le nostre vite,ma dovevamo sentire che c'era ancora per sentirci stabili,sicuri nella nostra ormai condivisa quotidianità,fatta di gesti e abitudini[che ora non ci sono piu'].egoismo allo stato puro[o anche un po' d'amore?].innervosirmi quando sembrava un disco incantato sempre sullo stesso punto..e sembrava non dover mai tornare a girare.innervosirmi ora,perchè quel disco che girava a vuoto,e saltava,vorrei sentirlo ancora una volta,e non posso[scappare dalle cose e dalle persone dandole per scontato.dando per scontato che saranno sempre lì,immerse nel loro quotidiano ad attenderci è quanto di piu' sbagliato si possa fare].una mente tornata ragazza.forse è lì che voleva fermarsi,fra i ricordi piu' belli[spero ci sia riuscita,e che abbia ritrovato i suoi capelli nero corvino di cui andava tanto fiera.e suoi abiti coi merletti]

assenze che segnano in modo diverso.qualcuna piu' reversibile,qualcuna meno.ma finchè sono assenze,seganno nello stesso modo.anzi.sono quelle reversibili a ferire di piu',perchè sanno di tempo sprecato.sanno di errori presenti,non di errori passati e scandagliati col senno del poi.che è peggio.ma non posso cambiare le cose,da sola.ci vuole feedback.e non c'è.non arriva su nessun fronte.e allora le assenze si sentono tutte.e soffro di quelle irreversibili,perchè forse da lì il feedback sarebbe arrivato,se avessi mandato segnali piu' chiari.da quelle parti forse sarebbe stato ben accetto un segnale piu' chiaro.forse sarebbe stato salvifico,persino.
e qui degenero.nei se e nei forse che da quanto?da mesi e mesi mi attanagliano.in colpa,piu' che in ogni altra circostanza.perchè quello che sento a pelle non mi inganna,quasi mai[quasi.velo pietoso.fino a pochi mesi fa potevo dire mai.ora c'è quel quasi che inficia la mia percezione di me]

[Un'erezione un'erezione un'erezione un'erezione triste
Per un coito molesto per un coito modesto per un coito molesto
Spermi spermi spermi spermi indifferenti
Per ingoi indigesti per ingoi indigesti per ingoi indigesti]

quei cretini di non so dove cantavano a squarciagola col loro accento romano questa strofa come fosse l'unica cosa che conoscevano.e io pensavo che solo un anno prima[no,cazzo erano già due]lì su quel tratto di spiaggia c'erano persone diverse con me.che non sarei mai piu' stata con quelle persone su quel tratto di spiaggia,perchè le cose cambiano,e le persone cambiano,e non va piu' a volte di vedere le stesse persone.ma una sì.l'avrei voluta lì,con noi a ridere di quei cretini che ci provavano con le ragazze,usando i cccp e i bambinelli di vino rosso[che tanto non gliel'avrebbero data.era palese].e pero' non c'era.
e di sicuro non ci sarebbe piu' stata.
ogni volta che ci penso mi ripeto queste frasi.
non ci sarà piu'.
come se a forza di dirlo a me stessa,possa diminuire la drammaticità della notizia.come se potessi farci l'abitudine.come se sapessi di potermi rassegnare alla mancanza[definitiva]di una persona nella mia vita..
[Quante gocce di rugiada intorno a me
cerco il sole, ma non c'è.

e la vita nel mio petto batte piano,
respiro la nebbia, penso a te.]
Penso a te.sì.
Ieri mi ha chiesto"cos'hai?..che pensi?"e ho trattenuto le lacrime.ho sorriso,fingendo.ho detto"niente"e deve averci creduto.pensavo a te.certe cose non si possono dire,perchè causano troppo male.e preferisco tenerlo per me,quel male,cane,che fa[pensarti.e pensare che non ci sarai piu'.chissà se hai mai ascoltato questo pezzo tu,che volevi tanto suonare la chitarra.chissà se questo giro faceva venire i brividi anche a te.chissà.e io qui col magone in gola,perchè non potro' chiedertelo.e focalizzo su queste stronzate la mia attenzione,e sento il magone.e non voglio pensare a tutte le altre cose che perdero',e che ho perso.condivisioni e ricordi mancati,con te]
Cerco i miei gemelli,e pero' so già di averne perso uno.chissà quanti ce ne sono ancora,nascosti nel mare di indifferenza che mi circonda.Chissà se lui era arrivato alla conclusione che non ce ne fossero....[...chissà se arrivero' anche io a quella conclusione...]eccole le mie paure,che lasciano confondere le lacrime per me,con quelle per te...

{scrivo qualcosa che subito cancello}
...
...

mi sfilano davanti scene .frammenti.li vedo come dentro una pellicola,poi improvvisamente mi catapulto fuori di qui.chiudo gli occhi e le rivivo,ma la mente inganna
[ingannevole è il cuore è piu' di ogni cosa]
i ricordi hanno dei buchi.e il film si interrompe.cambiano le scene,di continuo.accumulo frammenti,e residui,ed ho paura di perderne anche solo una minima parte.è già tutto così poco..
spulcio anche fra le foto.oggi voglio anche rivedere quegli occhi blu,della prima volta che li vidi[il film di ieri è stato deleterio.e la musica di oggi sta completando la faccenda]
{occhi blu.una vecchia sul punto di morte e un colibrì.perdio,uno stupido colibrì,che sbatte raggiunge i 1300 battiti al minuto,e sbatte le ali a forma di 8 rovesciato.l'infinito.}
Ebbene,quegli occhi blu,cerco oggi.
erano delle fottutissime lenti a contatto
e i tuoi occhi sono corteccia.stupidissimi occhi corteccia,come i miei.ecco.
era così tanto che non tornavo tra quelle foto..così tanto.
quelle della prima volta che ti ho visto.e tu ci sei solo in una.quel ferragosto,e tu non compari mai.sempre defilato.e poi le immagini di te,quando ancora non ci conoscevamo.e le guardo immaginando come sarebbe stato,se in quelle stanze,in quei templi,fossi stata anche io con voi.immaginando le cazzate che dicevi,e le lecrime versate quando bevevi.lacrime che posso solo immaginare.
gigantografie,sparse ora in altre stanze,e penso a chi lì dentro ancora ti sopravvive.e ti guarda tutti i sacrosanti giorni,nella tua forma peggiore.
mi si stringe di nuovo il cuore,e sto giro la stretta è piu' forte,perchè non si puo' così.no cazzo non si puo'.
chiudo tutto,e mi lascio libera,di non far piu' rumore,che tanto il mio,lo sento solo io.

..fumo un'altra sigaretta,perchè è facile buttarsi via..

3 commenti:

deasense ha detto...

..vibrano le emozioni, leggendoti.. Anche questa è vita.

.m. ha detto...

l'ho letta parola per parola.
dopo una giornata che è cominciata alle 5 del mattino.
e non sono riuscita a trattenere davanti a questo schermo un pianto interno e profondo.

vorrei saperti dire quelle cose belle che fanno bene perché sono vere.
ma penso alle parole e quando provo a metterle si sfrangiano, si strappano, inutilizzabili.

allora ti scrivo un po' del mio silenzio in questi giorni di naturali cambiamenti.
te lo lascio qui, ché non tutto il silenzio è pesante come marmo freddo.

spero tanto di riuscire ad abbracciarti domani, prima di partire.
(sono sicura di me fino a mezzodì, poi sarò inghiottita dal turbine del carico bagagli)

Squilibrato ha detto...

Per gli antichi egizi la morte era l'inizio di un percorso lungo e difficile. Se penso a questo, in cuor mio, spero non esista nulla dopo la vita. E poi... dobbiamo tribulare carnalmente, perchè continuare a tribulare anche dopo la carne?